Il Blues del 1960

IL BLUES DEL 1960

 

Immaginate per un attimo, che tornare indietro nel tempo sia possibile; siamo in una città industriale sulle rive del omonimo fiume, nella regione dei laghi. Siamo in una città in grande movimento, frenetica… che è l’emblema dell’America che si espande. Questa città si chiama Detriot e qui c'è il blues.

 

Detroit è il regno delle grandi industrie automobilistiche, città ricca! che sforna automobili a tutto spiano. Molti bluesman arrivano per trovare lavoro, per cercare un poco di fortuna, per vedere se riescono a tagliare anche per sé una fetta della grande torta, ed è qui che il 12 gennaio 1959 prende forma l’etichetta discografica che più di tutte è rimasta scolpita nella storia e nell’immaginario, come una parte indissolubile della Soul music…  nella grande città dei motori… nasce la “Motown”

La Tamla-Motown, segna un periodo di grande creatività musicale, con la comunità afroamericana che fa da protagonista assoluta.  E’ la più famosa “fabbrica di successi” della soul-music.

Siamo alle porte del 1960… periodo di grandi cambiamenti,/la società cambia, la musica cambia. Stà per arrivare Martha Reevers che darà del filo da torcere a Diana Ross,  e poi i Jachson Five, Stevie Wonder, Marvin Gaye.

E’ il BOOM , l’apoteosi del Soul (modernizzazione creativa e melodica del blues) e in questo periodo vengono scritti i pezzi più belli e indimenticabili della black music.

 

 

 

LA BLACK MUSIC E IL SOUL

 

Si annusa ovunque il profumo della Black-Music (invitante e passionale). Coriste meravigliose , cantanti dalla voce dolce ed inebriante, seducente, provocante o graffiante. Donne che si contendono il titolo di “regina del soul”.  Il tema dell’amore invade ogni produzione, il cuore batte ad un ritmo Soul. Non si riesce più a stare fermi, la voglia di ballare dilaga, inebria, satura l’aria e gli animi.

Intuizioni geniali, utopie, sogni, anima, corpo e musica si esprimono liberamente in un trionfo di note. Si fondono e si innalzano. E poi una profusione di sensualità…, sono sicura che non c’è bisogno che ve lo spieghi, basta ascoltare una canzone di Marvin Gaye o  di Otis Redding.

Otis Redding, indimenticabile, incancellabile artista. Siamo nel  1965, (poco più di un ragazzino) quando pubblica il suo capolavoro, “Dock of the bay”,  prendendo spunto dal genio di Sam Cooke e guardando oltre; definisce il concetto di “suono Stax”, un’altra etichetta memorabile.  Sono loro a coniugare l’abrasività del rhytm’n’blues con una dolce vena malinconica, arricchendo e colorando ogni singola nota.

Due mondi (quello della Stax e della Motown) che raccontano una stessa storia da due punti di vista diversi, ma affini: sud e nord, passionalità e ricercatezza che ci hanno regalato capolavori intramontabili.

 

 

TAMLA MOTOWN

 

La Tamla-Motown è stata fondamentale per la storia della black music, anche perché fu la più importante label diretta esclusivamente da afroamericani e la più famosa “fabbrica di successi” della musica soul. Il fondatore Berry Gordy jr., nato nel 1929, era  esponente di quella borghesia nera. Reduce della guerra in Corea,  aprì un negozio di dischi e, successivamente,  decise di dedicarsi alla produzione discografica.

La sua prima etichetta discografica portava il nome di  Tamla, successivametne creò la Motown, il cui nome era la contrazione dei termini motor e town, il soprannome di  Detroit, allora capitale dell’industria automobilistica made in USA.

L’attività musicale dell’etichetta iniziò nel 1959, con i cantanti Mable John, Mary Wells e Eddie Holland. Nel 1961 arrivarono i primi hits: Please, Mr.Postman del gruppo vocale The Marvellettes e Money di Barrett Strong.

 

please mr postman - Piccole storie blues - Irene Nanni

 

 Da lì in avanti ha sfornato moltissimi Top 10 - essendo una fucina di talenti; S.Robinson & The Miracles, Diana Ross & The Supremes, The Four Tops, Jackson 5,  Stevie Wonder e Marvin Gaye, solo per citarne alcuni e solo una piccola parte.

Con l’arrivo degli anni settanta,  la musica soul, R n’ B e funk sfociò nella musica dance, finalizzata ad essere macinata nelle discoteche, tuttavia riuscì comunque a mantenere il suo alto livello artistico per un'altro decennio.

Con gli anni '80 purtroppo la musica divenne sempre più commerciale, la brillantezza compositiva iniziò ad appannarsi,  il pubblico bianco fu travolto dal rock e dal progressive, e la black music divenne un prodotto di nicchia. Così nel 1988, Berry Gordy jr.  cedette alla MCA il marchio e l’intero catalogo  per 61 milioni di dollari. Questo segnò la fine di una epoca e di una storia fatta di musica favolosa.

Ma il sound Motown fu un sound unico e irrepetibile,  rimasto vivo nell'anima della musica, con le sue linee di basso, gli arrangiamenti intensi, le percussioni e le chitarre inconfondibili, e le sue chiare influenze blues e gospel.

 

 

Otis Redding - Piccole storie blues - Irene Nanni