Piccole storie blues | Route 61

MISSISSIPPI BLUES

 

Questa breve storia blues parte sulle rive del Mississippi, percorre la Route 61 (The Blues Highway), passando attraverso i campi di cotone, i tendoni di strada, i teatri e i fumosi locali americani e, a poco a poco, arriva fino a noi.


Oggi il nostro piccolo racconto blues lo percorriamo partendo dalla U.S. Route 61, maestosa e lunghissima strada che collega New Orleans (Louisiana) a Wyoming (Minnesota); oltre 2000 km che tagliano in due l’America  costeggiando per un lungo tratto il fiume Mississippi.

 

 

ROUTE 61 - L'AUTOSTRADA DEL BLUES


Sono sicura che la Route 61 a molti non dice molto, ma se la chiamassi The Blues Highway – l’Autostrada del blues?  La lunga strada che segna il viaggio intrapreso dai musicisti neri, dal Delta del Mississippi verso il nord, che dalle piantagioni di cotone, si snoda verso le città. L’Autostrada del blues, è la strada che ha assistito alla trasformazione del blues dall’inizio del 1900 per circa sessant’anni. La trasformazione dal blues rurale al blues metropolitano, al blues elettrico con tante di quelle sfumature che riesce difficile raccontarle tutte. Comunque io, racconto dopo racconto, ci provo.


Sull’Autostrada del blues passano Chevrolette e Cadillac,  ma il vero blues viaggia su un furgone sfasciato, molto spesso va a piedi, con vecchie scarpe consumate e la chitarra in spalla. Dentro la valigia ha un vestito di ricambio o neppure quello, perché dentro ad un unico vestito ci vive e ci dorme. Forse ha una bottiglia a buon mercato che  aiuta nei momenti più difficili.


Se sei troppo giovane non puoi fare “blues”, perchè probabilmente non hai ancora abbastanza esperienza del dolore profondo. Per cantare il blues bisogna aver  provato la solitudine di un letto vuoto, aver cercato d’affogare l’anima dentro l’alcool, per fare blues devi aver lavorato in un campo di cotone ed esserti sentito talmente giù da non sopportare  di alzarti la mattina.  Sei blues se suoni una chitarra fatta in casa, ricavata da una scatola di sigari, con un manico di scopa  e dei pezzi di spago; La Cigar Box Guitars.

 

 

 

CIGAR BOX GUITAR


La Cigar Box Guitars è assolutamente personale ed unica, perché non tutte le scatole di sigarette sono della stessa forma.  Non c’era blues rurale senza le Cigar Box Guitars, o gli stomp box (scatole su cui si batte il piede per tenere il tempo) o senza bottiglie di vetro che servono per “glissare” sulle corde della chitarra o per soffiarci dentro.  senza tutti questi strumenti rudimentali mancherebbe la parte iniziale del blues. Perché il vero blues è musica di cantastorie.

Il vero blues non nasce con chitarre di legno costose e pianoforti lucidi, il vero blues nasce sotto il sole, nasce con i racconti.  I classici brani ”ALABAMA BOUND” e ”CC RIDER”, ad esempio, vennero rielaborate da racconti, che spesso venivano tramandati a voce, senza  strumenti….

Ma poi anche il Blues si evolve, arriva in città, scopre l’amplificatore e la chitarra elettrica. Si mescola ad altri stili, ed inizia una lenta evoluzione e convergenza, viene contaminato dalla musica country bianca e si stinge, ma anche si arricchisce. Perché il Blues ha tante sfumature.  

Se il Delta Blues, è nato sulle rive del Misissippi, tra le piantagioni di cotone, il Texas blues nasce tra i giacimenti petroliferi, dalle ferrovie,  nei ranch e nelle segherie e dal “Cowboy job ”, di cui poco si parla. Le dinamiche sono le medesime. Abolita la schiavitù gli afroamericani si sparpagliano in America, portando la loro musica nelle strade, nei club, sui carrozzoni itineranti, fino ad approdare nelle case discografiche. In Texas il blues arriva alle case discografiche nel 1923 e si concentra tutto a Dallas, dove le principali etichette  sono la COLUMBIA, la RCA e la PARAMOUNT.

 

 Piccole storie blues | Route 61 - Irene Nanni

 

BLIND LEMMON JEFFERSON


Il primo artista di Dallas ad essere registrato è BLIND LEMMON JEFFERSON, il “chitarrista cieco”.   E' stato uno dei primi artisti country blues a incidere e certamente uno dei più famosi. Nell'arco di tre anni, incise più di un centinaio di titoli diversi, la maggior parte dei quali venne rapidamente venduta. Non si sa molto sui primi anni di vita di Lemon. Non si sa bene la sua data di nascita, resta un mistero. Anche la sua morte, avvenuta nel dicembre 1929, è ancora avvolta nel mistero. Si parla di assideramento o di attacco cardiaco mentre Lemon aspettava il suo autista. Comunque sia della sua vita si sa poco, anche se ha lasciato una grande quantità di brani.

Era figlio di un mezzadri, era cieco ed era ultimo di sette figli. I genitori, Alec e Clarissy Bench, accolgono alla vita il piccolo Lemon  a Couchman, nel Texas, il 24 ottobre 1894, dove visse fino all'età di 10 anni. Si suppone che abbia perso la vista da piccolo, forse a causa del diabete giovanile che non ha mai nascosto. Tesi sostenuta anche dal medico della casa discografica Paramount, che lo ebbe in cura per circa tre anni. La chitarra era il suo espediente per poter procurarsi di che vivere. La cecità lo indusse ad imparare (da solo) a suonare per mantenersi. La sua bravura lo fece diventare in fretta una figura popolare per le strade di Dallas, raccogliendo abbastanza mance per mantenere se e la famiglia.
 
In realtà permane anche qualche dubbio sulla sua reale cecità, perchè negli anni '50 un musicista cieco aveva più appel. Il pubblico accorreva per vedere con quale maestria suonavono la chitarra o il piano e destava meraviglia la bravura, nonostante la mancanza della vista. Per cui, spesso la leggenda li precedeva e,a volte, apriva porte.  Si dice che molti bluesman, per sbarcare il lunario e concedersi una indipendenza altrimenti irrealizzabile per gli uomini di colore, fingessero d'essere ciechi.
 
B.L. Jefferson era un uomo robusto, le poche foto rimaste mostrano chiaramente la sua possente stazza. La sua voce era acuta e potente, alcuni dicono tagliente. Era solito usare un gran numero di registri vocali, dalle note basse alle note alte. Suonava la chitarra con estrema abilità ed era solito considerare la chitarra come una voce, a volte imitando il suono delle campane o il tintinnare dei ferri.
 
All'epoca molti artisti firmavano i loro brani con vari pseudonimi, per aumentare le uscite discografiche, senza inflazionare l'arstista. Non è infatti un mistero che lo stesso B.L. Jefferson ha firmato i due salmi gospel  ” He arose from the dead” e ” I want to be like Jesus in my heart”,entrambi del 1926, con lo pseudonimo di Deacon L.J. Bates. 

I testi delle sue canzoni erano legati ad avvenimenti personali, ma a volte si calava anche nei panni di altri personaggi, con poetica capacità introspettiva. Alcune espressioni nei suoi testi, sono entrate nella storia del blues, diventandone linguaggio comune e sono state riprese da altri artisti, ad esempio "devo dirti qualcosa che farà cantare le molle del tuo letto".
Fu anche tra i primi musicisti ad essere inserito nella Blues Hall of Fame. Un suo brano, Matchbox Blues del 1927, fu inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, nella lista dei 500 brani significativi per la nascita del Rock and Roll.

Si potrebbe quasi dire che il termine Texas Blues nacque con lui. Il suo stile fece scuola influenzando  innumerevoli artisti successivi. E quando il Texas bBlues comincia a fondersi con la musica bianca fino al rock, al pop e anche il beat e fa nascere astri come STEVE RAY VAUGHAN, e suo fratello JIMMY VAUGHAM. Dei quali vi parleremo e vi racconteremo la storia un’alta volta.
 

Blind Lemmon Jefferson | Piccole storie blues  - Irene Nanni

 

 


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